Negli ultimi anni il Festival di Sanremo non ha
certo brillato per eleganza, e questo è un fatto acclarato. Lasciando
per un attimo da parte le scelte squisitamente artistiche che riguardano
la manifestazione (il presentatore che è automaticamente anche direttore artistico, gli artisti in gara),
è un mistero il fatto che anche il resto delle scelte estetiche (logo,
scenografie, pubblicità varie) siano veramente molto scarse. Lo scorso
anno abbiamo addirittura provato a capire, con l'aiuto di due esperti
nel campo, perché l'apparato grafico di Sanremo faccia sempre così tanto schifo.
Quest'anno però c'è molto altro su cui interrogarsi; nello specifico,
ieri è stato lanciato dall'ufficio stampa della Rai il primo promo di
presentazione del Festival, che quest'anno si terrà dal 7 all'11
febbraio. Il video è ambientato nella sala d'aspetto di un ginecologo
dove ci sono una decina di donne incinta, una delle quali sta
ascoltando musica con degli auricolari. Ma il bello arriva qualche
secondo dopo: l'inquadratura si sposta nell'utero della donna,
dentro il quale ci sono tre feti (uno dei quali nero) che cantano con
una voce adulta (ma che si sforza di essere infantile) una versione di
"Non ho l'età", una canzone di Gigliola Cinquetti pubblicata più di 50
anni fa.
Decidiamo per un attimo di passare sopra l'evidente riferimento al video dei Massive Attack
(del quale si riprende persino il ritmo del battito cardiaco nei primi
secondi); si rimane comunque allibiti di fronte alla mostruosità di
questo promo, tanto che è persino inutile perdere tempo ad elencare i
perché. Volendo ragionare con malizia, si direbbe che è possibile ci
sia l'ombra della mano lunga del nostro ministero della salute: un
tentativo estremo di imporre a tutte le famiglie italiane il messaggio
pro-life dopo l'autosabotaggio della pessima campagna di sensibilizzazione degli scorsi mesi.
Ma
anche se non fosse così, rimaniamo comunque (e per l'ennesima volta)
sconsolati e arrabbiati di fronte ad un uso tanto scellerato del
servizio pubblico. Come è potuta passare come accettabile l'idea di ambientare la pubblicità di un festival musicale all'interno di un utero? È
tutto talmente tanto sbagliato che non si sa da dove cominciare, anche
perché la domanda è sempre la stessa: è così difficile assumere dei
grafici e dei creativi che rispondano a dei requisiti minimi di buon
gusto e professionalità?
Fonte: rockit.it
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