giovedì 5 gennaio 2017

Il promo di Sanremo con i feti che cantano è semplicemente mostruoso


Negli ultimi anni il Festival di Sanremo non ha certo brillato per eleganza, e questo è un fatto acclarato. Lasciando per un attimo da parte le scelte squisitamente artistiche che riguardano la manifestazione (il presentatore che è automaticamente anche direttore artistico, gli artisti in gara), è un mistero il fatto che anche il resto delle scelte estetiche (logo, scenografie, pubblicità varie) siano veramente molto scarse. Lo scorso anno abbiamo addirittura provato a capire, con l'aiuto di due esperti nel campo, perché l'apparato grafico di Sanremo faccia sempre così tanto schifo.
Quest'anno però c'è molto altro su cui interrogarsi; nello specifico, ieri è stato lanciato dall'ufficio stampa della Rai il primo promo di presentazione del Festival, che quest'anno si terrà dal 7 all'11 febbraio. Il video è ambientato nella sala d'aspetto di un ginecologo dove ci sono una decina di donne incinta, una delle quali sta ascoltando musica con degli auricolari. Ma il bello arriva qualche secondo dopo: l'inquadratura si sposta nell'utero della donna, dentro il quale ci sono tre feti (uno dei quali nero) che cantano con una voce adulta (ma che si sforza di essere infantile) una versione di "Non ho l'età", una canzone di Gigliola Cinquetti pubblicata più di 50 anni fa.




Decidiamo per un attimo di passare sopra l'evidente riferimento al video dei Massive Attack (del quale si riprende persino il ritmo del battito cardiaco nei primi secondi); si rimane comunque allibiti di fronte alla mostruosità di questo promo, tanto che è persino inutile perdere tempo ad elencare i perché. Volendo ragionare con malizia, si direbbe che è possibile ci sia l'ombra della mano lunga del nostro ministero della salute: un tentativo estremo di imporre a tutte le famiglie italiane il messaggio pro-life dopo l'autosabotaggio della pessima campagna di sensibilizzazione degli scorsi mesi. 
Ma anche se non fosse così, rimaniamo comunque (e per l'ennesima volta) sconsolati e arrabbiati di fronte ad un uso tanto scellerato del servizio pubblico. Come è potuta passare come accettabile l'idea di ambientare la pubblicità di un festival musicale all'interno di un utero? È tutto talmente tanto sbagliato che non si sa da dove cominciare, anche perché la domanda è sempre la stessa: è così difficile assumere dei grafici e dei creativi che rispondano a dei requisiti minimi di buon gusto e professionalità?


Fonte: rockit.it

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