Il governo indiano ha messo al bando il documentario sullo stupro di gruppo avvenuto a Delhi nel 2012
L'India non potrà guardare il documentario sullo
stupro di gruppo avvenuto a Delhi il 16 dicembre 2012, che portò alla
morte di Jyoti Singh, una studentessa di 23 anni aggredita da sei uomini
mentre si trovava sull'autobus.
Il documentario, intitolato "India's Daughter", è stato realizzato
dalla regista britannica Leslee Udwin ed è stato mandato in onda dalla
Bbc il 5 marzo 2015. Ora è disponibile in italiano, o in inglese con i
sottotitoli, su Vimeo on Demand.
A far scattare il divieto del governo indiano sono state le
anticipazioni sull'intervista con Mukesh Singh, uno dei responsabili
dello stupro, condannato a morte per il crimine, che nel film cerca di
giustificare il brutale attacco dicendo che "una brava ragazza non va in
giro intorno alle 9 di sera".
Adirato a causa dell'uscita del film, il ministro dell'Interno indiano, Rajnath Singh, ha detto
di fronte al Parlamento che il governo indiano "non permetterà a
qualsiasi organizzazione di sfruttare un simile incidente e usarlo per
uno scopo commerciale".
Dopo la dichiarazione, la polizia di Delhi ha emanato un ordine
restrittivo, e un tribunale ha emesso un divieto di trasmissione del
film in India. L'ordine proibisce anche ai siti web di caricare o
pubblicare l'intervista.
Un comunicato stampa della polizia Delhi ha detto inoltre che Mukesh
Singh "ha fatto osservazioni dannose, dispregiative e offensive nei
confronti delle donne, causando molestie e discredito".
I brani del documentario, prosegue il comunicato, "sono altamente
offensivi e hanno già creato una situazione di tensione e di paura tra
le donne nella nostra società".
Molti parlamentari hanno approvato le parole del ministro
dell'Interno e alcuni si sono chiesti se sia possibile vietare il film
al di fuori dei confini dell'India. Anu Aga, un membro del ramo
superiore del parlamento indiano, è stato invece uno dei pochi membri
che hanno parlato in difesa del film.
"Nel glorificare l'India, dicendo che siamo perfetti, non stiamo
affrontando i problemi che devono essere affrontati", ha detto. "Ogni
volta che c'è uno stupro, la colpa è trasferita sulla donna - che era
vestita in modo indecente, e che quindi ha provocato gli uomini".
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