giovedì 19 gennaio 2017

"Il 2016 è stato l'anno più caldo mai registrato": l'annuncio di NASA e NOAA. Temperature da record per il terzo anno consecutivo


Il 2016 è stato l'anno più caldo mai registrato a livello globale: ad annunciarlo sono state due delle agenzie scientifiche più influenti al mondo, la NASA e la National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA). Per il terzo anno consecutivo, le temperature hanno battuto il record, attestandosi su livelli più alti rispetto alla media.
Era dal 1880 che non si registravano dati simili: secondo la NASA, la temperatura media della superficie del pianeta sarebbe aumentata di circa 1,1° C a partire dalla fine del XIX secolo. "Il 2016 ha fatto registrare il terzo record di una serie. Non ci aspettiamo record del genere ogni anno, ma il fatto che si susseguano in questo modo (e che ognuno batta il precedente, ndr) è un chiaro segnale del trend a lungo termine del riscaldamento globale", ha spiegato Gavin Schmidt, direttore del Goddard Institute for Space Studies.

Il processo di riscaldamento avrebbe subito un'impennata negli ultimi 35 anni, con 16 dei 17 anni più caldi mai registrati, a partire dal 2001. "Non solo il 2016 è stato l’anno più caldo mai registrato, ma 8 dei 12 mesi che compongono l’anno – da gennaio a settembre, con l’eccezione del mese di giugno – sono stati i più caldi mai registrati", si legge nel report.
La NASA afferma che sui risultati delle ricerche non dovrebbero esserci dubbi: "Dato che le collocazioni delle stazioni meteo e le pratiche di misurazione cambiano nel corso del tempo, ci sono incertezze nell’interpretazione delle differenze di temperatura globali medie specifiche di anno in anno. Tuttavia, anche tenendo conto di ciò, la NASA stima che il 2016 sia stato l’anno più caldo con certezza superiore al 95%", ha aggiunto Gavin Schmidt.



I ricercatori lavorano sia sulle cause sia sulle conseguenze dell'aumento della temperatura. Tra le cause, per il 2016 nello specifico, oltre ad emissioni di anidride carbonica, si annovera il fenomeno El Niño, che avrebbe portato la Terra a sperimentare, da gennaio a agosto, un caldo record. Le conseguenze del surriscaldamento globale, invece, sono note da tempo: tra queste, lo scioglimento dei ghiacciai. Secondo i dati Noaa, nell’emisfero Nord nel 2016 la media annua di copertura del manto nevoso è stata di 9,51 milioni di miglia quadrate, circa 100.000 miglia quadrate in meno rispetto alla media 1981-2010. Il ghiaccio marino artico continua il suo declino, che sembra essersi accelerato nell'ultimo anno: l’estensione media annua del ghiaccio marino è stata la più bassa mai registrata, pari a circa 3920 mila miglia quadrate. L’Antartide ha registrato la seconda estensione del ghiaccio marino più ridotta dopo il 1986: 4,31 milioni di miglia quadrate.
I dati allarmanti dovrebbero servire, secondo Schmidt, a scuotere le coscienze, soprattutto dei potenti: "Il surriscaldamento dell'Artico è stato eccezionale e tutto quello che si deciderà di fare in merito potrà fare la differenza". L'insegnamento che dobbiamo portarci a casa da questi studi, secondo il direttore del Goddard Institute è uno solo: "Il trend che abbiamo visto in opera fin dagli anni '70 è in crescita e non si arresta in alcun modo".

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