Un cortometraggio francese fa
immedesimare lo spettatore nello stato d'animo di una donna che cammina
per un breve tratto di strada da sola di notte
Un cortometraggio francese del regista Maxime Gaudet intitolato Au bout de la rue (“In fondo alla strada”) racconta quello che
può voler dire per una donna svolgere una delle azioni teoricamente più
semplici del mondo: fare un breve tragitto di strada a piedi da sola.
Purtroppo la realtà è diversa, e soprattutto di notte molte
donne sanno che anche pochi minuti da sole possono significare momenti di
tensione e paura per i potenziali incontri che si possono fare.
In quello che nel linguaggio cinematografico viene definito un
piano-sequenza, ovvero un’unica ripresa prolungata per tutti i tre minuti del
video, si vede una ragazza salutare i suoi amici per fare da sola l’ultimo
breve tratto a piedi verso la casa del suo ragazzo.
In questi tre minuti viene infastidita
ripetutamente, e per lo spettatore è palpabile la tensione che vive la ragazza
in quei momenti, sapendo di trovarsi in una situazione di potenziale pericolo.
Forse il momento più rivelatore per il pubblico maschile è
nel finale, quando, dopo essere arrivata a casa del suo ragazzo, la giovane
protagonista dice che “va tutto bene”, mentre lui inizia a lamentarsi della sua
giornata, ignorando completamente quello che la sua ragazza e moltissime donne
vivono quotidianamente.
Questo il video:
Passeggiare da sola al Cairo
Un filmato denuncia le molestie sessuali in Egitto, che colpiscono il 99,3 per cento delle donne
VIDEO:
VIDEO:
Come spiega l’autrice del video sul sito “Egyptian Streets”,
l’obiettivo è quello di catturare “il persistente senso di ansia che le
ragazze provano nel camminare da sole per strada” e sottolineare come
“la prima forma di molestia sessuale per molte egiziane è rappresentata
dagli sguardi dei ragazzi”.
Gli uomini non si limitano solo alle occhiate, come testimonia una ricerca del 2013 delle Nazioni Unite, secondo cui il 96,5 per cento di egiziane sono state toccate nelle parti intime mentre camminavano per strada. Lo stesso studio sostiene che il 99,3 per cento ha subito una qualche forma di molestia sessuale.
Per combattere questo problema, il parlamento ha approvato recentemente una nuova legge che punisce con 5 anni di prigione o una multa da 50mila sterline egiziane (5.150 euro circa) i colpevoli di violenza sessuale. Una decisione che dovrebbe limitare il fenomeno, come testimoniano i primi arresti per questo tipo di reato dopo decenni di indifferenza da parte delle autorità.
La battaglia contro gli episodi di violenza sessuale era stata già portata avanti da un gruppo di ragazze egiziane, le quali avevano creato un sito per denunciare questo genere di crimine. Sfruttando le testimonianze di chi ha subito molestie al Cairo o nella altre città dell'Egitto, hanno prodotto una mappa che mette in evidenza i luoghi più pericolosi per le donne.
Basta guardare la cartina per capire quanto sia diffuso il fenomeno in Egitto e leggere le testimonianze delle ragazze per comprendere l’indifferenza della polizia nei confronti di questi crimini. Anche per questa ragione ci sono sempre più egiziani che si impegnano a combattere gli episodi di molestie sessuali, come Essam Bashary, un giovane che ha legato un uomo a un albero per impedirgli di continuare a importunare una ragazza, diventando molto popolare sui social network.
Diversi egiziani temono che non sia sufficiente una stretta giudiziaria per risolvere il problema, ma che serva invece un profondo cambiamento culturale. Nei quartieri poveri del Cairo vivono molti nuovi cittadini che sono appena arrivati, dopo diversi anni nelle campagne, spesso poco abituati a vedere ragazze che camminano in strada da sole. Il fenomeno è tuttavia diffuso in tutte le classi sociali egiziane, come testimonia la frequenza delle molestie in diverse zone del Paese.
Il presidente egiziano Al-Sisi, poco dopo essere stato eletto lo scorso giugno, è andato in ospedale per trovare una delle ragazze che sono state vittime della violenza a piazza Tahrir. Il problema è ormai al centro del dibattito in Egitto e nei mesi scorsi diverse donne hanno deciso di vestirsi di nero per protestare contro le molestie sessuali e chiedere di poter scendere in strada senza paura.
Questa volta il video è ambientato a New York, ed è diretto dal
regista americano originario del Michigan, Rob Bliss, che ha tenuto una
telecamera Go-Pro montata sul suo zaino per 10 ore, con cui ha ripreso
l'attrice Shoshana B. Roberts che camminava dietro di lui.
La donna, che indossava un paio di jeans e una t-shirt nera, è stata oggetto di oltre 100 episodi di abusi verbali. "Qualcuno ti sta dicendo che sei bella, dovresti essere più riconoscente" le dice un uomo. "Sono troppo brutto per te? Perchè non mi parli?", le chiede un passante. Un altro uomo ancora si limita a camminare accanto a lei per diversi isolati, senza proferire parola.
Il filmato è stato realizzato per Hollaback, un movimento americano che mira a porre fine alle molestie che le donne subiscono per strada.
Seguendo lo stesso format dei due filmati precedenti nelle altre due
città, una ragazza italiana ha registrato un video con una telecamera
nascosta per mostrare quante persone cerchino di approcciarla, e in che
modo.
"Mio ammorre...". "Come stai?". "Single in Rome?". "Ciaobbella". La
situazione a Roma, rispetto all'Egitto e agli Stati Uniti, sembra ben
diversa: gli approcci sono meno molesti, ma pur sempre presenti.
Gli uomini non si limitano solo alle occhiate, come testimonia una ricerca del 2013 delle Nazioni Unite, secondo cui il 96,5 per cento di egiziane sono state toccate nelle parti intime mentre camminavano per strada. Lo stesso studio sostiene che il 99,3 per cento ha subito una qualche forma di molestia sessuale.
Per combattere questo problema, il parlamento ha approvato recentemente una nuova legge che punisce con 5 anni di prigione o una multa da 50mila sterline egiziane (5.150 euro circa) i colpevoli di violenza sessuale. Una decisione che dovrebbe limitare il fenomeno, come testimoniano i primi arresti per questo tipo di reato dopo decenni di indifferenza da parte delle autorità.
La battaglia contro gli episodi di violenza sessuale era stata già portata avanti da un gruppo di ragazze egiziane, le quali avevano creato un sito per denunciare questo genere di crimine. Sfruttando le testimonianze di chi ha subito molestie al Cairo o nella altre città dell'Egitto, hanno prodotto una mappa che mette in evidenza i luoghi più pericolosi per le donne.
Basta guardare la cartina per capire quanto sia diffuso il fenomeno in Egitto e leggere le testimonianze delle ragazze per comprendere l’indifferenza della polizia nei confronti di questi crimini. Anche per questa ragione ci sono sempre più egiziani che si impegnano a combattere gli episodi di molestie sessuali, come Essam Bashary, un giovane che ha legato un uomo a un albero per impedirgli di continuare a importunare una ragazza, diventando molto popolare sui social network.
Diversi egiziani temono che non sia sufficiente una stretta giudiziaria per risolvere il problema, ma che serva invece un profondo cambiamento culturale. Nei quartieri poveri del Cairo vivono molti nuovi cittadini che sono appena arrivati, dopo diversi anni nelle campagne, spesso poco abituati a vedere ragazze che camminano in strada da sole. Il fenomeno è tuttavia diffuso in tutte le classi sociali egiziane, come testimonia la frequenza delle molestie in diverse zone del Paese.
Il presidente egiziano Al-Sisi, poco dopo essere stato eletto lo scorso giugno, è andato in ospedale per trovare una delle ragazze che sono state vittime della violenza a piazza Tahrir. Il problema è ormai al centro del dibattito in Egitto e nei mesi scorsi diverse donne hanno deciso di vestirsi di nero per protestare contro le molestie sessuali e chiedere di poter scendere in strada senza paura.
Un
video girato con una telecamera nascosta mostra gli abusi verbali
subiti da una donna a passeggio nella metropoli statunitense
Cosa significa per una ragazza camminare da sola per le strade di New York?
Il format è molto simile al video
che era circolato in rete due mesi fa, in cui una ragazza egiziana
indossava una telecamera nascosta mentre andava a passeggio al Cairo,
per evidenziare il problema degli abusi verbali subiti dalle donne nei
luoghi pubblici.La donna, che indossava un paio di jeans e una t-shirt nera, è stata oggetto di oltre 100 episodi di abusi verbali. "Qualcuno ti sta dicendo che sei bella, dovresti essere più riconoscente" le dice un uomo. "Sono troppo brutto per te? Perchè non mi parli?", le chiede un passante. Un altro uomo ancora si limita a camminare accanto a lei per diversi isolati, senza proferire parola.
Il filmato è stato realizzato per Hollaback, un movimento americano che mira a porre fine alle molestie che le donne subiscono per strada.
Passeggiare da sola a Roma
Dopo il Cairo e New York, anche a Roma una ragazza ha camminato da sola in città per mostrare gli approcci che riceve
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