mercoledì 5 luglio 2017

Pimonte, il sindaco giustifica lo stupro di 12 minorenni su una 15enne: "È una bambinata"


La storia di una 15enne che sta lasciando l’Italia con i suoi genitori perché quasi un anno fa è stata violentata da 12 coetanei, e ora è costretta a incontrarli per strada perchè sono minorenni e la legge prevede che non stiano in carcere. Succede a Pimonte, nel Napoletano, dove il sindaco definisce l'episodio 'una bambinata' 

"È un bambinata". Definisce così lo stupro subito dalla 15enne di Pimonte, violentata da 12 suoi coetanei, compreso il fidanzatino, e costretta a fuggire dall'Italia perché il branco è ancora in libertà, essendo tutti minori. La dichiarazione choc è di Michele Palummo, sindaco della cittadina campana, che in un'intervista all'Aria che tira del 3 luglio, oltre a definire roba da bambini uno stupro di gruppo, aggiunge che "ormai è passata, sono tutti minorenni, che ti puoi aspettare", "uno stupro di gruppo?" gli chiede il giornalista di La7, "No, nel modo più assoluto" si è corretto poi Palummo. Ma la dichiarazione rimane agghiacciante. 

Così come sono agghiaccianti le reazioni dei cittadini di Pimonte alle domande di Roberto D'Antonio sull'accaduto e sulla storia triste della famiglia della ragazzina, costretta a scappare in Germania per evitare di incontrare i colpevoli dello stupro. Tanta omertà, nessuno ha voluto esprimere giudizi, come se ci fosse data la possibilità di essere neutri di fronte a fatti del genere. "Io non so niente, non mi importa. Ormai è passato tanto tempo" una delle risposte alle domande.


Sulla questione, pochi giorni fa, era intervenuto anche il garante per l'infanzia e l'adolescenza della Regione Campania, Cesare Romano, con una nota: "Chi ha avuto il coraggio di denunciare è costretto ad abbandonare la comunità dov'era rientrato con entusiasmo e dopo tanti sacrifici". Sempre Romano ha sottolineato che "gli autori dei fatti denunciati, invece, che sono stati messi alla prova nello stesso comune, continueranno a scorrazzare indisturbati". Undici ragazzi del branco sono finiti in una comunità di recupero, uno è stato affidato alla famiglia. In risposta alla denuncia del garante, che sottolinea l'impunità e il senso di ingiustizia della vicenda, la dichiarazione di Palummo fa accapponare la pelle.  

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