lunedì 12 settembre 2016

Stati Uniti: i genitori in overdose davanti al figlio di quattro anni. L’emergenza eroina e la foto che sconvolge l’America

Un uomo e una donna, accasciati in auto. Sul sedile posteriore, un bambino. In queste foto c’è il racconto drammatico della nuova emergenza eroina negli Stati Uniti. Le istantanee pubblicate sui social network dall’amministrazione della città di East Liverpool, in Ohio. A scattarle un poliziotto, intervenuto dopo aver visto un’auto che sbandava, poco distante dalla fermata di uno scuolabus. Kevin Thompson, questo il nome dell’agente intervenuto, ha fermato il conducente e si è subito accorto di quanto stava accadendo: “Lui - ha raccontato - non riusciva a parlare, diceva qualcosa a proposito della donna accanto a lui. Poi si è accasciato”. James Acord, 47 anni, questo il nome del guidatore, e la compagna Rhonda Pasek, 50 anni, sono stati portati d’urgenza in ospedale. Il verdetto: overdose da eroina. Ma quello di cui l’agente in un primo momento non si era reso conto è che i due non erano gli unici a bordo della vettura. Sul sedile posteriore, il seggiolino, e un bambino, di appena quattro anni. Lo sguardo perso nel vuoto, il piccolo è il figlio della donna. Proprio quel bambino, è stato la molla che ha fatto scattare la decisione da parte della pubblica amministrazione locale di rendere pubbliche le foto. Si legge, sulla pagina Facebook: “Abbiamo pensato fosse necessario mostrare l’altra faccia di questa terribile droga. Ci siamo sentiti in dovere di essere la voce di questo bambino. Lui non può parlare per se stesso ma speriamo che la sua storia coinvinca qualcun altro a pensarci due volte prima di iniettarsi questo veleno mentre ha un bambino in custodia”.

 

I due sono stati incriminati, l’uomo è stato condannato a 180 giorni di prigione mentre per la madre del piccolo, accusata di aver messo in pericolo la vita del bambino, il processo è ancora in corso. Per il momento è stata rilasciata dopo aver pagato una cauzione di 150mila dollari. Il bimbo è stato posto sotto la custodia dei servizi sociali 




 

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