A Monte San Giusto, la petizione con 2.500 firme. Il militare è indagato per omicidio colposo. «Troppi furti, ora abbiamo deciso di reagire». I commenti al bar: «Al posto dell’appuntato avrei fatto la stessa cosa»
MONTE SAN GIUSTO (Macerata)-
Anche lo striscione che sventola sulle mura del centro storico ha
qualcosa di antico. La richiesta di avere più carabinieri e meno ladri è
accompagnata dal disegno delle due categorie. I primi sono
rappresentati con il cappello a pennacchio, gli altri hanno sembianze da
Banda Bassotti. Come si faceva una volta. Monte San Giusto è uno di
quei posti dove la ferocia e i dilemmi della vita moderna non sembrano
avere diritto d’asilo. Le botteghe nelle vie strette, le piccole chiese e
il palazzo comunale che è la copia più piccola del municipio di Urbino,
lo rendono uno di quei paesini da idillio dell’Italia profonda e di
mezzo. «Siamo un’isola felice ai margini del grande caos nostrano» dice
il sindaco Andrea Gentili. «Almeno ci illudevamo di essere così».
Un colpo solo
È
successo la notte del 25 febbraio. Nei giorni precedenti c’erano stati
alcuni furti in casa. I carabinieri in borghese vedono un ragazzo che
corre velocemente verso una Fiat Bravo. Gli urlano di fermarsi. Secondo
la versione dei militari, lui mette in moto e punta verso di loro a
grande velocità. L’appuntato capo pattuglia viene strattonato dal
collega che lo vuole togliere dalla traiettoria. E in quel movimento
dalla sua pistola parte un colpo, uno solo. Un calibro 9 parabellum che
prima trapassa la lamiera e poi colpisce alla testa l’uomo al volante.
Si chiama Klodjan Hysa, ha 34 anni. Morirà dopo due giorni di agonia. La
magistratura ha ordinato una perizia balistica. Nel bagagliaio della
Bravo vengono trovati una mazza da baseball, un piede di porco, oggetti
trafugati da alcune case della zona.
La petizione
Sul
bancone del bar Vogue la petizione con le firme degli abitanti ha ormai
assunto la dimensione di un libro. Tra carta e online, sono ormai state
superate le 2.500 adesioni, su un totale di 7.900 residenti. «Al posto
dell’appuntato avrei fatto la stessa cosa» racconta Oriano Lattanzi, il
titolare. «I furti sono la cosa peggiore, perché oltre ai soldi ti
portano via anche i ricordi. Quell’uomo ci ha difeso da un ladro». È
nata come una iniziativa per contribuire alle spese per la difesa del
militare, nel frattempo indagato per omicidio colposo ed eccesso di
legittima difesa. Ma è subito diventata altro, con la creazione del
comitato cittadino «Difendiamo i tutori dell’ordine». Manifestazioni
spontanee, pioggia di solidarietà su Facebook all’appuntato, che ha 47
anni, da quindici lavora a Monte San Giusto, e martedì ha ripreso
servizio. Naturalmente è arrivata anche la Lega Nord, con l’immancabile
post di Matteo Salvini e un presidio davanti a caserma e municipio.
«Lontani dalla politica»
«Sono
due cose diverse. Noi non centriamo nulla con la politica, vogliamo
starne lontani». Giuseppe Sardini, direttore commerciale di un’azienda
di pelletteria, chioma bianca e completo elegante, è il promotore del
comitato. Sostiene anche di essere il proprietario dell’ultimo
appartamento che Hysa avrebbe cercato di ripulire. «Per fortuna c’era
mio figlio, che ha acceso le luci e lo ha messo in fuga. È uno
stillicidio continuo. Vivere così è inaccettabile, per questo abbiamo
deciso di reagire. La solidarietà verso il carabiniere è il primo
passo». E il secondo? «Le ronde armate». Il mite sindaco Gentili,
rappresentante di commercio, tessera del Partito democratico, eletto in
una lista civica di centrosinistra, invita alla calma collettiva e
ricorda in un sospiro i tempi non lontani in cui nella sua ormai ex
isola felice «si viveva con la chiave nella porta». Poi sono arrivati i
furti in casa, che vanno a ondate, di paese in paese. L’ultima ha
raggiunto Monte San Giusto con una notevole intensità, 12 casi in
quindici giorni, tra febbraio e marzo. Il tappo è saltato subito, come
se da tempo non reggesse più alla pressione. Anche il comando regionale
dei Carabinieri ha capito che la faccenda ha preso una china scivolosa.
Il generale Salvatore Favarolo ha ringraziato per la solidarietà
mettendo in chiaro però che non ce n’è alcun bisogno. E intanto ha
spedito in paese un paio di marescialli in più.
Tensione
«Chi?
Razzisti noi? Ma guardatevi intorno». Sardini risponde alle accuse dei
pochi dissidenti indicando le lunghe fila di lavoratori di ritorno dai
calzaturifici della zona. Sono tutti immigrati di origine pakistana, la
maggior parte dei 1.400 cittadini stranieri che hanno residenza a Monte
San Giusto. «Passerà» sospira il sindaco. Ma questa settimana di
tensione in un paesino adagiato sul fiume Chienti, in uno dei punti più
belli delle civilissime Marche, può essere preso come un segno della
radicalizzazione degli animi e dei tempi. «A me fa rabbia vedere i
picchetti della Lega Nord sotto il mio ufficio» conclude Gentili. «La
sicurezza è un tema che appartiene a tutti. Se restiamo fermi,
ipergarantisti e benpensanti, lasciamo spazio al loro populismo». Che i
buonisti stiano zitti, ha intimato Salvini commentando la morte di
Klodjan Hysa. Qualunque sia il significato da dare all’aggettivo, nel
piccolo mondo antico di Monte San Giusto non fiata nessuno.
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