lunedì 6 febbraio 2017

Fukushima, la foto mai vista che testimonia il disastro nucleare


A sei anni dallo tsunami, per la prima volta delle immagini definiscono la portata del disastro. Un foro, l’altissima radioattività e i pericoli per l’ambiente naturale



Sei anni dopo, a Fukushima, l’incubo continua e il lieto fine è ancora molto lontano. La centrale nucleare devastata dal terremoto-tsunami dell’11 marzo 2011, fa sapere la Tepco, la società proprietaria, continua a emettere radiazioni a livelli drammaticamente pericolosi, sebbene non nell’atmosfera. Una telecamera ha filmato l’interno del reattore numero 2 trasmettendo, oltre a immagini di rovina, un dato estremamente preoccupante: le particelle emesse in quel punto raggiungono i 530 sievert l’ora, una quantità sufficiente per uccidere un essere vivente in pochi minuti. La precedente rilevazione, nello stesso punto e cioè all’interno del vascello di contenimento, aveva riportato 73 sievert (comunque letali: una persona esposta a un sievert per un’ora rischia la morte). Inoltre, dal filmato registrato prima che la telecamera si rompesse si è scoperto un buco di due metri e tracce di materia nera solida, probabilmente combustibile ormai esausto, alla base della struttura. «Un livello così alto di radiazioni, se la misurazione è esatta, sta a indicare che il materiale fuso in seguito all’incidente non è lontano e, soprattutto, non è immerso nell’acqua», ha spiegato alla tv pubblica Nhk Hiroshi Miyano, docente all’Università Hosei e a capo di una commissione di studio sullo smantellamento della centrale giapponese.








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